Dal 1960 ad oggi l’Ente ha subito numerose ristrutturazioni edilizie con opere di conservazione strutturale e di riconversione di tipologia. Chiuso nel 1988 per ristrutturazione igienico-sanitarie, venne riaperto il 4 Giugno 1990 come Casa Albergo e successivamente riconvertito nel Luglio del 1997 in Casa di Riposo per non autosufficiente parziali (NAP) con attuali 38 posti letto accreditati.
Nel 1999 sono stati affidati i lavori alla ditta vincitrice dell’appalto, per adeguare a standard strutturale i 38 posti letto accreditati secondo gli indirizzi normativi forniti dalla Regione Lombardia, necessari al fine di giungere ad ottenere l’autorizzazione definitiva al finanziamento dell’Istituto. I lavori summenzionati sono stati ultimati nel Maggio del 2002.
Il complesso generosamente donato dal fu dott. Venceslao, si compone di un corpo centrale a pianta rettangolare sviluppato sulla direttrice Est-Ovest.
La facciata Nord è molto semplice con profilo elegantemente mosso da 4 lesene di ordine toscano e coronata da una centina con volute laterali sormontate da fastigi marmorei. La facciata Sud a differenza di quella Nord conserva ancora un evidente resto di scarpata, La struttura interna del corpo centrale, per quanto oggi ampiamente manomessa dagli adattamenti subiti, conserva tuttavia l’impianto tipico della residenza patrizia di campagna del XVI-XVII secolo con ampio salone centrale attorno al quale si organizzano diversi ambienti. Il salone centrale che si eleva per entrambi i piani è voltato “a schifo” e presenta sulla volta interessanti decorazioni con medaglioni monocromi, trofei militari e due bellissime tempere ottocentesche rappresentanti non ben identificati episodi delle guerre risorgimentali. Ad Ovest del salone si sviluppa la parte più propriamente residenziale della villa comprendente una serie di locali per ricevimento e conversazione trasformati in camerette per anziani durante il primo riassesto.
Discorso diverso per il parco che sorge a nord del complesso e creato da NicolaGuida negli anni attorno al 1840-1850, come testimonia la lapide posta nel mezzo dell’aiuola centrale.
Considerato un perfetto esempio di giardino romantico all’italiana comprendeva tutta la serie canonica di folti cappelli arborei alternati a spazi prativi e passaggi pittoreschi con ponticello, ruscelli, dossi e financo un perfetto modello in scala di chalet montano.
Nonostante il degrado progressivo delle strutture e il naturale decadimento delle essenze, il parco conserva ancora il ricordo della sua elegante ed struggente fisionomia romantica.
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